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Siamo tutti nati da un uomo e una donna.

Senza nessuna preclusione o discriminazione verso persona alcuna; considerando ogni creatura umana, quale che sia la sua storia e il suo credo, di pari dignità e valore, noi crediamo che:

1) Uomo e donna, uguali in dignità, hanno caratteristiche, valori peculiari diversi. Lo vediamo in ogni ambito della vita. Tale specificità è ben evidente anzitutto a livello fisico: l’uomo è tale per fisiologia, caratteristiche ormonali, genitali ecc.

La donna, a sua volta, ha caratteristiche diverse, ma complementari. Si pensi all’apparato riproduttivo: quello della donna è complementare a quello dell’uomo. Questo è un dato di natura, non, come sostengono i teorici del movimento gay, un dato culturale (cioè imposto dall’esterno). Ognuno di noi è nato da questa complementarietà: l’unione di un uomo e di una donna, di uno spermatozoo maschile e di un ovulo femminile ( matrimoni gay tra ovuli ed ovuli, spermatozoi e spermatozoi, non sono realizzabili neppure in laboratorio).

2) Psicologia e psichiatria, ma anche letteratura, sociologia ecc… dimostrano che la complementarietà è molto più che solo fisica, corporale: è psicologica. Ciò significa che uomo e donna vedono la realtà sotto luci differenti, con lenti differenti, e, anche qui, non vi è uno che veda meglio o uno che veda peggio: si vede in modo complementare.

Ciò significa che un figlio ha bisogno dell’apporto materno e di quello paterno. Nessuno dei due genitori è inutile. Ognuno è fondamentale per una corretta, equilibrata crescita dell’individuo. Ogni figlio ha diritto non solo ad essere concepito da un padre e da una madre, ma anche ad essere educato da un padre e da una madre. Come ha scritto un laico come Ernesto Galli della Loggia sul Corriere: «Tutto l’affetto del mondo non basta a produrre le strutture psichiche basilari che rispondono al bisogno del bambino di sapere da dove egli viene. Il bambino non si costituisce che differenziandosi, e ciò suppone innanzi tutto che sappia a chi rassomiglia. Egli ha bisogno di sapere di essere il frutto dell’amore e dell’unione di un uomo, suo padre, e di una donna, sua madre, in virtù della differenza sessuale dei suoi genitori».

3) Il matrimonio omosessuale vuole negare tutto questo: oggi, in Spagna, in Inghilterra, in vari paesi del mondo questa istituzione comporta, coerentemente, la possibilità di adottare dei figli. Ciò significa che due uomini gay, se “sposati” possono: a) accedere alle banche degli ovuli (con tutto ciò che ciò comporta, di negativo, sul piano fisico e psicologico, per le donne che li vendono); b) affittare un utero (come spesso accade di donne povere e disperate, con la relativa nascita di nuove schiave, le “venditrici d’utero”); c) allevare un bambino che non conoscerà mai la madre biologica, verrà separato forzatamente dalla madre gestazionale e non avrà mai una madre affettiva. Se invece si tratta di donne lesbiche, costoro, come in vari paesi del Nord Europa, acquisteranno del seme maschile e si auto-insemineranno, negando al loro figlio il diritto al padre.

A ciò si aggiunga la fragilità dei rapporti omosessuali. D. McWirther e A. Mattison, che sono ricercatori gay (quindi non sospettabili di parzialità), hanno esaminato 156 coppie omosessuali: solo 7 di queste avevano avuto una relazione esclusiva, ma comunque nessuna era durata più di 5 anni. Le relazioni omosessuali durano in media un anno e mezzo i maschi gay hanno mediamente 8 partner in un anno fuori dal rapporto principale (Xiridou, 2003)

“Matrimonio gay” significa violare il diritto fondamentale di ogni bambino a nascere con un padre e una madre. Non sono coloro che la pensano in questo modo, a discriminare. Al contrario discrimina l’adulto che, facendo leva sulla legge del più forte, decide di privare una creatura innocente e debole dei suoi diritti naturali.

L.V.


13 Gennaio 2013

Ecco il testo del breve intervento alla manifestazione di Roma in Piazza Farnese da parte della giornalista Costanza Miriano, collaboratrice di Avvenire e altre testate giornalistiche, a sostegno della recente manifestazione in Francia contro la libertà di adozione a coppie dello stesso sesso.

Dal link si accede alla pagina del testo completo.

 
 
 

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